Biblioteca della Camera dei deputati

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I luoghi e gli avvenimenti

La Biblioteca della Camera occupa un'area di notevole rilevanza storica ed artistica, la cosiddetta Insula dominicana, uno dei complessi religiosi più importanti della Roma medievale e moderna.

Roma precristiana

Già nell'antichità, l'area, corrispondente ad un settore del Campo Marzio, fu caratterizzata dalla presenza di una serie di edifici monumentali di grande rilevanza, tra cui l'Iseum et Serapeum, il principale santuario dei culti egizi a Roma, la grande piazza porticata a ridosso del Pantheon che serviva per le votazioni, denominata Saepta Iulia, e il tempio di Minerva Calcidica, costruito da Domiziano. Vi sono stati rinvenuti numerosi ed importanti reperti archeologici: la statua di Iside, o di una sua sacerdotessa, nota come Madama Lucrezia, e utilizzata in seguito dai Romani come statua parlante, i leoni di basalto conservati presso il Museo egizio del Vaticano e quelli posti ai lati della scalinata del Campidoglio, trasformati in fontane, la mensa isiaca, ora al Museo egizio di Torino, e molti celebri obelischi, tra cui quelli collocati nella piazza del Pantheon e sull'elefantino di piazza della Minerva, quello di Villa Celimontana e quello posto sul Monumento ai caduti di Dogali, presso piazza dei Cinquecento. Dalla zona provengono anche le due statue ellenistiche del Nilo e del Tevere, esposte l'una al Louvre e l'altra ai Musei Vaticani.

Origini e sviluppo del complesso domenicano
immagine biblioteca luoghi

Particolari degli affreschi sulla vita

di S. Caterina, nel chiostro della Cisterna

Caduti in rovina durante l'Alto Medioevo i grandi edifici imperiali, l'area ospitò una piccola chiesetta, detta di S. Maria sopra Minerva o S. Maria Sedes Sapientiae, nella quale si susseguirono diverse famiglie religiose femminili. Le origini del complesso quale oggi lo conosciamo risalgono agli anni compresi tra il 1266 ed il 1275, quando il giovane ordine domenicano acquisì la preesistente chiesetta, avviando un'intensa trasformazione edilizia. Già intorno al 1280 i domenicani iniziarono la costruzione della nuova chiesa di S. Maria sopra Minerva, completata nelle sue linee essenziali nel corso del Trecento, e di un convento, che ospitò due conclavi, quello del 1431, in cui fu eletto Eugenio IV, e quello del 1447, che portò all'elezione di Niccolò V.

immagine biblioteca luoghi

Nel Tre-Quattrocento il convento domenicano della Minerva era una realtà già molto significativa nella vita religiosa romana. Non a caso, trascorsero qui i loro ultimi anni di vita S. Caterina da Siena (1347-1380) e il Beato Angelico (1395-1455), entrambi sepolti nella chiesa. Una tale accresciuta importanza portò, nella seconda metà del Quattrocento, a rilevanti ampliamenti del complesso, con la costruzione, su impulso del cardinale Oliviero Carafa (1430-1511) di un secondo chiostro, l'austero chiostro della Cisterna, recentemente oggetto di un profondo restauro, che ha consentito di riaprire gli archi murati e di riscoprire un ciclo di affreschi sulla vita di S. Caterina.

La Controriforma
immagine biblioteca affresco

Il martirio di S. Pietro da Verona

affreschi: Sala degli atti accademici

(di Anonimo del XVIII secolo)

e Sala Galileo

(di Francesco Allegrini)

Dopo un periodo di stasi, legato anche alla crisi che colpì Roma all'indomani del sacco del 1527, il complesso minervitano conobbe una ulteriore espansione nel corso della seconda metà del Cinquecento, quando l'ordine domenicano rilanciò con forza la propria azione politico-religiosa ed il convento divenne uno dei centri di elaborazione della riforma cattolica.
Le maggiori trasformazioni del complesso avvennero tra il 1558 ed il 1570, quando il generale Vincenzo Giustiniani (1520-1582) avviò una radicale opera di rinnovamento, che si concluse alla metà del Seicento. L'antico Chiostro "grande" (detto anche di S. Caterina) fu completamente riedificato sotto la direzione di Guidetto Guidetti, mentre attorno al Chiostro della Cisterna sorgevano nuove costruzioni di rappresentanza, che attualmente fanno parte della Biblioteca della Camera: l'appartamento del generale (noto pure come ", la biblioteca (l'odierna "Sala delle Capriate)", il grande salone del Refettorio , le "Sale Galileo", che nel corso del Seicento furono ornate di pregevoli affreschi di Francesco Allegrini, celebrativi dei meriti dell'ordine domenicano nella lotta contro l'eresia.

immagine biblioteca luoghi

La denominazione di queste sale è legata alla vicenda del processo a Galileo Galilei (1564-1642), che vide la sua conclusione nelle stanze del convento minervitano. Fu infatti in questo edificio, forse proprio in una delle sale a lui intitolate, che lo scienziato pronunciò davanti ai cardinali del S. Uffizio la sua abiura della teoria copernicana, il 22 giugno 1633. Pochi anni prima, nel 1628, un decreto papale aveva designato il convento come una delle sedi delle riunioni della congregazione del S. Uffizio, istituita nel 1542 per coordinare l'attività inquisitoriale.

Dal Settecento a oggi

Tra Sei e Settecento, il convento si estese ulteriormente lungo l'odierna via del Seminario, con la costruzione di un grande cortile - giardino.
Nel 1700 fu inoltre costituita la Biblioteca Casanatense, voluta dal cardinale Girolamo Casanate (1620-1700), che destinò la sua ricchissima biblioteca privata ai domenicani, affinché ne garantissero la libera consultazione al pubblico.
La storia, plurisecolare, del complesso della Minerva subì una prima, brusca cesura con l'occupazione napoleonica di Roma, che si prolungò dal 1808 al 1814. In questo periodo, infatti, il convento fu utilizzato per il casermaggio di truppe, il che portò ad un forte degrado dei luoghi.
Con la fine del potere temporale dei papi (1870), l'unitarietà del complesso fu spezzata.
Mentre la Biblioteca Casanatense diventava biblioteca pubblica statale ed i domenicani si ritiravano in una piccola area a ridosso della chiesa, nel 1871 il convento fu espropriato e destinato a sede del Ministero del Tesoro e successivamente del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero delle Poste. La nuova utilizzazione produsse danni talora irreversibili alle strutture e la perdita della stessa memoria storica dell'unitarietà del complesso. Solo alla fine del Novecento, l'acquisizione dei locali da parte della Camera ha consentito l'avvio di un'opera di recupero dell'integrità dell'Insula. Già nel 1988 il trasferimento della Biblioteca della Camera nei locali prima occupati dal Ministero delle Poste si è accompagnato ad un attento restauro degli spazi conventuali sul lato di via del Seminario ed ha restituito questi antichi luoghi alla loro originaria vocazione culturale.
In seguito, nel 2003, il trasferimento della Biblioteca del Senato nel palazzetto domenicano di Piazza della Minerva e la creazione, nel 2007, del Polo bibliotecario parlamentare hanno posto le premesse per uno stretto collegamento tra le diverse realtà che occupano l'Insula. E' stata così resa possibile la fruizione integrata di un patrimonio librario e informativo di straordinaria rilevanza.

Guarda il documentario (disponibile anche sul canale Youtube della Camera dei deputati)

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La battaglia di Muret, affresco di Francesco Allegrini nella Sala Galileo (Storia)